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Colleziono momenti. Osservo oltre le apparenze. Le mie passioni sono il cinema, le serie tv, la musica,la fotografie e leggere. Ho una "piccola" ossessione per i tatuaggi,le citazioni e il cielo. Vivo per due ottimi motivi: viaggiare e trovare il mio amore. Qui troverete tutto quello che mi ha colpito, tutti i miei pensieri, le mie emozioni, le cose che ho visto e quelle che mi invento.

domenica 27 agosto 2017

Tutto cambia, tutto resta sempre vergognosamente uguale.

Tra 15 giorni mi laureo. Quanti anni sono passati dalla prima volta che ho premuto "invio" e pubblicato un post in questo blog?
Ormai tutti i miei post recenti (recenti si fa per dire) parlano di tempo. Che corre, che passa, che resta immobile. Ecco il vero paradosso del tempo. A volte corre così veloce che sembra fermo immobile.
Un po' come noi, che cambiamo e restiamo sempre gli stessi.
Ho capito qual è il mio problema nel rapporto con le persone. Non so smettere. Non so lasciare andare.
Che sia un amico o la persona che ho amato, non so dire basta, chiudere il capitolo e ricominciare.
Non di mia volontà, non per mia scelta.
E ho scoperto anche dove sbaglio. Mi aspetto che gli altri vogliano restare e combattere tanto quanto lo faccio io. Non so perché io dia sempre il massimo quando le altre persone cedono al primo inconveniente. Al primo ostacolo. Ma nessuno se ne va mai veramente, non con me, non per me.
Il dolore ti fa maturare in modi che non avrei mai immaginato. Ti fa vedere le cose in prospettiva, ti fa apprezzare la bellezza di cose che le altre persone non notano nemmeno. Il dolore ti accende l'anima nel modo più crudele di tutti. Devo dire che il dolore è forse l'unica cosa che mi fa sentire viva, ultimamente. A parti rari e fugaci attimi, se sento, sento il male. E ci scrivo canzoni, perché non va via in ogni caso, quindi tanto vale renderlo meno vergognoso.
Le persone non vogliono sapere quanto stai male e perché, ma ascoltano canzoni scritte da disperati che gli urlano tutto il loro dolore nei timpani e loro condividono sui social e imparano a memoria.
Siamo strani. Siamo ciechi.
Voglio andarmene, voglio fare un viaggio con me stessa. Con i miei pensieri stonati, la mia musica, la mia solitudine. E non è un desiderio che nasce dopo aver sfogliato le pagine di un giornale di viaggi. E' una cosa che mi tiene sveglia la notte, che mi fa tremare la mani, che non mi fa star ferma. E' più che altro un generale bisogno di allontanarmi da tutti, dato che non riesco ad allontanare loro.
Questo post non ha alcun senso, alcuna composizione. Ho deciso semplicemente di scrivere quello che mi passa per la testa, perché alla fine non mi importa veramente un cazzo di cosa pensa la gente che lo legge, se lo legge. Fin dal primo momento tutto questo è nato per me, perché fondamentalmente sono egoista e condivido questi pensieri cazzuti con gente che non mi farà la morale, o non dirà la frase più triste e cogliona di sempre, "andrà tutto bene".
Spoiler, non è vero un cazzo.
Sono sinceramente un ammasso di emozioni nere, tendenti ad un grigio spento, tra il sentire tutto e il non sentire niente, tra l'apatia e un urlo che continua anche quando la voce è finita tutta.
Strano, come in me non ci sia mai stato spazio per odiare nessuno, tranne che me stessa.
Ci sono poche cose che voglio nella vita. Due e basta forse. La possibilità che una escluda l'altra si fa sempre più alta, segno che non sono altro che una contraddizione vivente.
Vivente, già.
E' quello che va fatto giusto? "andare avanti sempre". Mi chiedo verso dove stiamo andando tutti quanti, anzi no, lo so già, e non so perché a voi piaccia così tanto.
Ma non vi sentite mai soffocare? Non sentite mai che vi manca l'aria per quanto questo mondo sia così stretto e ridicolo e pieno di convenzioni sociali che tutti odiano eppure tutti rispettano con un sorrisetto ridicolo stampato in faccia?
Sono così arrabbiata con me stessa per lasciare che i sentimenti prendano comando della mia vita. Vorrei essere una persona razionale, che pensa con la testa e basta. Ma ho un cuore fin troppo grande (e non pensate nemmeno per un secondo che me la stia tirando, perché sinceramente è solo un fardello che porta a niente di buono alla fine, non a me almeno) e questo strano "dono" di sentire tutto così tanto. Forse dovrei prendere qualche pasticca, farmi curare. Così diventerei apatica e con lo sguardo fisso, come guarda caso, lo sono già ogni volta che fingo un po' di staccare la spina.
Il fatto è, caro mondo, che odio fare parte di te e di tutte le cose senza senso che ci circondano, ma no, non so mollare, quindi per ora ti cammino ancora a fianco.

D.

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