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Colleziono momenti. Osservo oltre le apparenze. Le mie passioni sono il cinema, le serie tv, la musica,la fotografie e leggere. Ho una "piccola" ossessione per i tatuaggi,le citazioni e il cielo. Vivo per due ottimi motivi: viaggiare e trovare il mio amore. Qui troverete tutto quello che mi ha colpito, tutti i miei pensieri, le mie emozioni, le cose che ho visto e quelle che mi invento.

sabato 11 aprile 2015

Sentire. Sentire e non sapere cosa si prova.

Ecco come sto in questo momento.
Giusto 15 minuti fa stava andando tutto bene. Stavo studiando, mi stavo veramente impegnando.
Ero tranquilla, rilassata, concentrata.
Poi dal nulla qualcosa dentro di me si accende.
Non so di preciso il momento in cui accade, lo sento solo dopo, quando ormai si è diffuso su tutto il corpo.
Mi è molto difficile definire questa cosa che provo. E' una sensazione sgradevole? Non tanto.
Irritante? Solo in parte. E' più una sorta di continuo stato d'allerta e agitazione.
Esatto, mi sento agitata, in una maniera negativa. Come se dovesse succedere qualcosa che so che non mi piacerà affatto.
Adesso mi sento già meglio. Ho iniziato a scrivere e ho individuato il problema. Ho sempre detto che la scrittura per me è come un appuntamento dallo psicologo. Scrivo e il mondo si ferma. Scrivo e per questi pochi attimi ci sono solo io.
Un po' come pensare, ma più lento. Quando pensi è come se tutte le emozioni e idee volessero scoppiare nella tua testa, escono così in fretta che ne sei sopraffatto. Quando scrivo invece, è come se incanalassi piccole parti di me, per poterle analizzare meglio.
Ora mi sento molto meglio. In ogni caso questo fastidioso stato d'ansia mi ha completamente deconcentrato. Ottimo, proprio quando ne avevo meno bisogno.

Questo tipo di agitazione che sento è diventato pericolosamente frequente negli ultimi tempi.
Credo che sia collegato alla percezione che ho di me stessa. Ogni giorno che passa un po' della mia autostima va a farsi fottere.
Credete che sia io a volerlo? Non credo proprio. Ci ho pensato a volte. Mi sono chiesta
"Ma non è che sei tu che vuoi veramente essere così?"
No, non sono io. Questo l'ho scoperto dopo un attenta analisi su me stessa e con me stessa.
Darei non so cosa per uscire da questa sorta di limbo tragico dove non senti niente. E quello che senti ti fa male da morire.
Non vedo ancora la via d'uscita da questo tunnel. Non riesco ad immaginare un giorno equilibrato.
Non c'è da tanto, troppo tempo, un giorno in cui sia perfettamente a mio agio con me stessa.
In ogni caso, sono abbastanza brava a fingere che vada tutto bene. E forse il fatto stesso di fingere mi aiuta ad andare avanti.
Ci sono giorni in cui rido e mi diverto e mi illudo (perchè ormai ne sono ben consapevole che è un'illusione bella e buona) di essere felice. E poi il giorno dopo sto di merda e i miei pensieri diventano dolorosi. E va avanti così da così tanto tempo che ci ho fatto l'abitudine. E' una condizione di non-equilibrio. Ormai credo di essermi adattata talmente bene a questo casino (cosa alquanto pericolosa, considerando le conseguenze a lungo termine) che non riesco nemmeno ad immaginare un giorno in cui mi libererò di tutto questo.
Sono incastrata.


Sono anche arrivata a comprendere che scrivere qui è liberatorio. Perchè non mi piace affatto condividere questo tipo di pensieri con qualcuno, ma allo stesso tempo non sono molto in grado di tenermeli tutti per me, perchè mi danno davvero molto fastidio.
Devo essere sincera, mi piace pensare che c'è una linea sottile che divide le persone di internet da TUTTI  a NESSUNO.
Perchè scrivere i propri pensieri su internet significa condividerli con tutti, ma allo stesso tempo non condividerli con nessuno. Nessuno di familiare o importante. Nessuno che ti venga a dire cosa è meglio o peggio per te. Poco importa chi li legge e cosa pensa, perchè non sono persone che conosciamo.

Non che non vorrei che le persone tentassero di capire quello che sono. Mi piacerebbe, davvero.
Ma sono stupidamente arrivata al punto di pensare che "tanto nessuno capirebbe" e mi sono chiusa in una bolla. L'ho fatto razionalmente? Forse no, ma ora che ci sono dentro mi sembra inconcepibile pensare di voler e poter uscire.

La mia ansia non è passata, maledizione. E non sopporto non sapere qual è il motivo di questa assurda agitazione.
Perchè se lo sapessi, come accade molte volte, saprei come affrontarlo e ricominciare a fare le cose che facevo prima. Ma alcune volte, proprio come adesso, è indecifrabile.

Il non comprendere se stessi è una delle cose peggiori che possono capitare.
Come puoi connetterti con il mondo se sei disconnessa da te stessa?

Oggi pomeriggio a quanto pare la mia mente ha domande filosofiche.
Io volevo solo prepararmi decentemente per l'esame di dopodomani.

Ecchecavolo.



D.